venerdì 28 dicembre 2012

Asef, il billancio di un anno... con un occhio alle elezioni

 
Intervista al presidente dell'Associazione settore edile di Fiumicino, Palmerino Faratro
Il Faro on line – Un anno di lavoro, di manifestazioni, di speranze, di faticose conquiste, di disillusioni, di problemi, di soluzioni. L’associazione settore edile di Fiumicino (Asef) e il suo presidente  Palmerino Faratro mai come quest’anno sono stati al centro del dibattito cittadino. Non c’è solo la generalizzata crisi del settore a tenere banco, ma anche alcuni specifici problemi di Fiumicino, dal nuovo regolamento edilizio all’ancora irrisolto caso dei B4a.

Allora, presidente Faratro. Dalla manifestazione di gennaio (che portò politici, imprenditori e cittadini fino all’aeroporto) ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti…“E tante cose sono accadute. Siamo riusciti ad aprire tavoli tecnici sia con il Comune sia con la Regione, cosa mai accaduta prima e soprattutto non con questa frequenza. Siamo riusciti ad ottenere che il Piano B4a fosse considerato in conformità al Piano regolatore, sempre in accordo col settore pianificazione del Comune. Non è poco, anche se manca ancora l’ultimo tassello, quello dell’ormai famigerato art. 89, quello del cosiddetto parere geologico-vegetazionale. Speriamo però che tutto si concluda nei primi sei mesi del 2013; le condizioni ci sono, basta non perdere ulteriore tempo”.

Ma c’è il problema del gas nel sottosuolo…
“Riteniamo sia un problema superabile. E non lo diciamo noi, ma l’Ingv (Istituto nazionale di geologia e vulcanologia) che ha già fatto presente come le disposizioni regionali siano impraticabili. Superato questo scoglio l’ok al parere è conseguente…” Come è cresciuta l’associazione in questo anno?“Abbiamo quadruplicato gli iscritti, arrivando a circa 1200 persone. E soprattutto siamo riusciti a far capire che l’Asef non è un’associazione politica ma di imprenditori. Non ha colore e dialoga con tutti. Cercando quelle risposte che possano dare linfa al settore”

C’è chi pensa che lavoriate solo per il vostro tornaconto personale…
“Senta, bisogna finirla col demonizzare chi fa imprenditoria, quasi fosse un reato fare il costruttore. Il nostro è un lavoro che produce business, ma da anche tanto alla collettività in termini di occupazione, di indotto, di forniture, di manutenzione, E poi forse la gente non lo sa, ma sulle case invendute i costruttori pagano l’Imu come se fosse una seconda casa, dunque cifre astronomiche che vanno nelle casse comunali per essere restituite al servizio del territorio”.

Il nuovo regolamento edilizio vi penalizza, almeno rispetto ai parametri che avete utilizzato fino a oggi?
"Sì, ci penalizza, ma prendiamo atto che era un passaggio obbligato per l’Amministrazione comunale per essere in linea con le disposizioni regionali, e non ce l’ho con nessuno. Piuttosto voglio guardare avanti, e visto il nuovo regolamento edilizio, penso sia possibile lavorare su una variante alla norma che riguarda i volumi tecnici. I nostri tecnici ritengono sia possibile, salvaguardando la ratio della legge, lavorare su alcuni parametri per aiutare un settore fortemente in crisi; basti pensare che nel Lazio oggi ci sono 20.000 posti di lavoro in meno in questo settore.

Sta dicendo che vuole istituzionalizzare gli abusi?
“Guardi, da lei accetto la provocazione perché conosco la sua buona fede. No, non vogliamo istituzionalizzare gli abusi, anzi. Vogliamo rendere più utili quei piani dedicati, per legge, ai servizi. Siamo chiari: niente camere da letto, niente cucine, niente bagni. Solo spazi dedicati ai servizi che siano più gestibili. Si può fare, e siamo pronti a metterci a disposizione degli uffici comunali se avranno voglia di chiamarci”.

Già , gli uffici comunali. Ma tra un po’ cambia tutto…
“Non tutto: i dirgenti restano al proprio posto. E comunque per questo chiarisco bene la mia posizione: siamo pronti a confrontarci con chi avrà voglia di confrontarsi con noi. Il nostro interesse non è né di bandiera né di colore: è di operatività. Nonostante la crisi siamo un gruppo di imprenditori che credono nel territorio, che vogliono andare avanti a Fiumicino. Cerchiamo le condizioni migliori – politiche, economiche e istituzionali - per farlo”.
Angelo Perfetti


 

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